SULLA VETTA D’ITALIA PALLONARA

Eccoci qui per il consueto pagellone della Serie A. Buona lettura!

Napoli 10: campionato assolutamente dominato, il voto in pagella lo testimonia. Il merito di Spalletti è stato quello di far giocare bene la squadra, il che non è sempre accaduto, per i Campioni d’Italia. Ben pochi avrebbero scommesso sui partenopei, dopo la rivoluzione estiva che ha portato all’addio della vecchia guardia. Breve riepilogo degli uomini chiave: Osimhen, cecchino implacabile, alla miglior stagione realizzativa; Kvara, folletto georgiano in alcuni momenti immarcabile; Anguissa, roccioso centrocampista di lotta e governo; Di Lorenzo, capitano tutto cuore, efficace pure in zona gol.

Lazio 8: considerati i mezzi a disposizione e un capitan Immobile a mezzo servizio, Sarri ha compiuto un’altra piccola impresa a portare i capitolini fra le prime quattro. Nessun crollo vertiginoso, ma un campionato abbastanza regolare in cui hanno saputo sfruttare i guai altrui. Bene Zaccagni e Provedel, maluccio Milinkovic, poco utilizzato Marcos Antonio.

Inter 6+: campionato altalenante; sembravano lanciati dopo la vittoria contro il Napoli a gennaio, ma un periodo horror li ha condannati ad un’affannosa rincorsa alla zona Champions. Troppe le 12 sconfitte, per una squadra che ha la velleità (e anche le potenzialità) di vincere il tricolore, che deve costituire l’obiettivo prioritario dell’anno prossimo. Scatenati Lautaro e Barella; opportuno, considerate le vicende di Skriniar, l’acquisto di Acerbi. Lukaku? Troppi errori sotto porta: la finale di Champions (applausi, per inciso) lo dimostra.

Milan 5,5: sicuramente ci si attendeva un altro tipo di campionato, anche se il tricolore dell’anno scorso aveva mascherato alcuni limiti oggettivi della rosa. Flop i nuovi acquisti ad eccezione di Thiaw; Pioli ha vissuto un inizio 2023 da incubo culminato con il crollo interno 2-5 contro il Sassuolo. Poi si sono ripresi, ma senza la penalizzazione della Juve avrebbero sicuramente faticato ad entrare nel gruppo Champions. Certo, pensare che Giroud possa essere titolare nelle due competizioni appare un azzardo…

Atalanta 6,5: buon campionato, anche se Gasperini ci ha abituato sin troppo bene. Non sono mai apparsi davvero in corsa per la zona Champions, eppure hanno ritrovato l’Europa dopo un solo anno. Scomparsi Zapata e Muriel, si sono presi la scena Hojlund, Koopmeiners, Lookman (per metà stagione) e Scalvini.

Roma 5,5: gli ultimi campionati di Mourinho hanno sempre lasciato un po’ di amaro in bocca, un sapore d’incompiutezza, quest’anno aumentato dagli stenti delle altre concorrenti. Magari è stata una strategia del portoghese, quella di puntare tutto sulla Coppa. Teniamo poi presente che molti hanno reso sotto le aspettative, a partire da Abraham e Pellegrini. Sanguinose le sconfitte di Udine, Cremona e in casa contro il Sassuolo: per entrare nelle prime quattro, bisognerebbe evitarle.

Juventus 5,5: d’ora in poi il concetto di “montagne russe” sarà esemplificato da questa stagione dei bianconeri. Esaurite le attenuanti per le notissime vicende extra-campo, la squadra ha vissuto un buon periodo fino alla vigilia del Mondiale, per poi conoscere una lunga fase di alti e bassi. Troppo stitico l’attacco, è mancata un’idea di gioco e hanno fallito diversi protagonisti annunciati, tra i quali non inserisco Di Maria, venuto a Torino a tenersi in allenamento per l’Argentina. Quantomeno sono stati lanciati dei giovani… Obiettivo del prossimo anno? Non ottenere 0 punti contro il Monza.

Fiorentina 6,5: partenza al rallentatore, ma da quando Cabral si è ricordato di essere un attaccante le cose sono andate meglio. Come tutti i tifosi viola, mi sarei atteso molto di più da Jovic, diventato riserva con il passare del tempo. Bravo Italiano a gestire il triplo impegno campionato – Coppa Italia – Conference. Ah, dimenticavo: Igor, a certi livelli, proprio no.

Bologna 7: finalmente un campionato di buona qualità, che ha messo in vetrina Thiago Motta, capace di rianimare un gruppo inevitabilmente scosso da quanto accaduto a Mihajlovic. La squadra ha giocato bene senza mai risparmiarsi, proponendo sia nuovi protagonisti (Cambiaso, Posch, Ferguson) sia calciatori rivitalizzati dopo un periodo di appannamento (Orsolini, Nico Dominguez). Il tutto rinunciando a lungo all’ex faro della squadra, Arnautovic.

Torino 7-: Juric sa spremere ogni goccia di succo dalle rape, è evidente. Il Torino di quest’anno non difettava certo di qualità, ma per larghi tratti della stagione ad ogni buona prestazione (vittorie contro Lazio e Fiorentina, ad esempio) è seguita una partita di una pochezza disarmante. Il buon finale e un ottimo Sanabria hanno consentito di inerpicarsi fino ad un onestissimo decimo posto. Occhio con le richieste, mister: Cairo non ha soldi da buttare…

Monza 7,5: Stroppa non era l’allenatore giusto, si è capito subito. Meno scontato che fosse Palladino il mister capace di condurre i brianzoli ad una salvezza assai tranquilla con la doppia scintillante vittoria contro la Juve. La squadra è stata costruita investendo parecchio, anche se manca una prima punta da 10 gol. Facciamo qualche nome: Carlos Augusto, Di Gregorio che ha relegato Cragno in panchina, capitan Pessina.

Udinese 6,5: classico caso di squadra che parte benissimo, si avvicina alla salvezza e poi si ferma. Non staremo qui a fantasticare sui tempi dell’Udinese di Guidolin e Totò Di Natale, ormai appartengono al passato. Va comunque riconosciuto che gli spettatori della Dacia Arena si sono goduti alcune super vittorie: 4-0 alla Roma, 3-1 alle milanesi, il che certo non capita tutti gli anni. La valorizzazione di talenti c’è stata anche quest’anno: penso a Lovric e Samardzic.

Sassuolo 6: non tutti gli anni si riesce ad agguantare la parte sinistra della classifica, ma il progetto con Dionisi pare ben instradato. Berardi ha giocato poco, ma quando lo ha fatto ha deliziato la platea: romantico pensare che rimanga anche il prossimo anno. Bisogna vedere, insomma, chi verrà ceduto (Frattesi? Maxime Lopez?), chi rimarrà e chi arriverà. Come apice stagionale, ovviamente, la roboante vittoria 5-2 contro il Milan a San Siro.

Empoli 6+: pur senza un vero centravanti, Zanetti si è preso la sua rivincita dopo il naufragio veneziano dell’anno precedente. Sono sempre rimasti in linea di galleggiamento nonostante un lungo periodo senza successi, dopo l’inebriante 0-1 di San Siro contro l’Inter. Forse ne valeva la pena, considerando il 4-1 alla Juve? Vicario merita una big; da rivedere Cambiaghi, promette bene.

Salernitana 6+: “non riesco più a guarire da questa mia malattia che si chiama Boulaye Dia”. Prendiamo in prestito le parole degli amici della Ragion di Stato e degli Sugarfree per celebrare un’autentica scoperta di Morgan De Sanctis, capace di segnare gol pesantissimi e di pregevole fattura. Esonerato giustamente Nicola, Paulo Sousa si è rimesso in gioco con buoni risultati. Ma che stagione ha disputato Candreva, con le sue pennellate di calcio in giro per il campo??

Lecce 6+: nient’affatto scontato che si salvassero, condiserando che al pari di altre compagini non hanno avuto un bomber da una decina di gol: è stato infatti l’uomo d’acciaio Baschirotto a prendersi la scena. In alcuni match hanno giocato piuttosto bene: ricordiamo la vittoria casalinga contro la Lazio e il pareggio contro il Milan. Poi è subentrata la (comprensibile) paura di non farcela, scacciata dall’assurdo pomeriggio monzese: prima Falcone neutralizza il rigore di Gytkaer, poi Colombo insacca il penalty decisivo al minuto 101.

Verona 6-: salvezza affannosa, ma è stata premiata una rincorsa che a gennaio sembrava puramente teorica. La sconfitta a Genova contro la Samp pareva una sentenza di condanna, ma con un ultimo guizzo sono riusciti ad agganciare lo Spezia e ad avere la meglio nello spareggio. E qualche giocatore come Hien è già sul taccuino dei direttori sportivi.

Spezia 5: va bene, vittorie di prestigio in casa contro le milanesi, ma campionato piuttosto deficitario, soprattutto negli scontri con le dirette concorrenti: ciò detto, fino all’anno scorso si sarebbero salvati senza passare dallo spareggio. Gara nella quale, peraltro, il bomber Nzola ha tradito fallendo il rigore della speranza. Ci saremmo attesi qualcosa di meglio da Gotti, è indubbio, mentre uno dei trascinatori dell’anno scorso, Verde, ha segnato solo 3 reti in 23 presenze.

Cremonese 5: difficile pensare ad un esito diverso, soprattutto dopo la scelta di un allenatore digiuno di Serie A come Alvini. D’altronde, la squadra è tecnicamente povera: spicca solo Carnesecchi. Con l’arrivo di Ballardini la situazione è migliorata, forse facendo illudere qualcuno di giorcarsela. Degno di menzione l’ottimo cammino in Coppa Italia.

Sampdoria 4: quando la società non c’è, la squadra inevitabilmente fatica. Mai, durante l’anno, hanno dato l’impressione di crederci: è un peccato perché la rosa, pur indebolita, non era certo inferiore a quella spezzina o veronese. La fotografia della stagione? La sconfitta interna con la Cremonese: da 2-1 a 2-3 nei 10′ finali. Troppo asfittico l’attacco, nonostante un Gabbiadini che, quando è stato in grado di giocare, ha sempre fatto il suo. Troppo tenera la difesa, a dispetto del vecchio cuore blucerchiato Audero. La stagione in B, nonostante il salvataggio all’ultimo secondo, appare già irta di ostacoli.

PAGELLE BONUS

Genoa 8: la risalita immediata in A era tutt’altro che scontata: chiedere al Parma per informazioni. La società ha capito in tempo di aver commesso un errore nel confermare Blessin, puntando quindi su un tecnico inesperto come Gilardino che si è guadagnato sul campo la fiducia dell’ambiente. Difesa solida (finalmente un ottimo campionato di Dragusin), il Ferraris diventato un fortino, centrocampo di lusso per la categoria, senza dimenticare il folletto Gudmundsson: questi i segreti di una cavalcata che ha progressivamente avvicinato il Grifone alla vetta della classifica. In ogni caso, per la Serie A c’è bisogno di alzare la qualità della rosa.

Arsenal 8-: hanno pagato l’inesperienza (vedi pareggi evitabili contro Liverpool, West Ham e Southampton), ma soprattutto la sfortuna di essersi trovati di fronte un implacabile City nel momento topico della stagione. Solo complimenti ai ragazzi di Arteta, capaci di sciorinare quasi sempre un gioco spumeggiante grazie alla brillante stagione di Martinelli, Xhaka, Bukayo Saka, Partey. Curiossimo di capire come se la giocheranno l’anno prossimo, avendo anche la Champions da onorare.

Manchester City 10: Pep ha sempre sostenuto che il suo centravanti fosse lo spazio, ma l’agognata Champions conquistata ai danni dell’Inter ha dimostrato qualcosa di diverso. Certo, direte voi, con un alieno come Haaland (53 presenze, 52 gol) è tutto più facile… Un triplete ampiamente meritato, considerando la qualità degli interpreti, da De Bruyne a Bernardo Silva, da un ottimo Grealish al prezioso Rodri, senza dimenticare il capitano Gundogan (doppietta in finale di FA Cup e una sopraffina intelligenza calcistica). Rimarranno negli occhi prestazioni super come le nette vittorie contro l’Arsenal in campionato, ma soprattutto le umilianti sconfitte inferte a Bayern e Real. Salvate il soldato Grealish dai festeggiamenti a suon di alcool!

AC

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